giovedì 10 ottobre 2013

Storia dela presenza italiana in Thailandia

I primi italiani che si stabilirono stabilmente in Thailandia furono i missionari gesuiti, che arrivarono nel 1700. La presenza italiana in Thailandia è atipica rispetto a quella dell’emigrazione italiana all’estero. A differenza dei nostri consueti flussi migratori nel mondo, qui si deve parlare unicamente di una “intellighenzia italiana” nel Regno del Siam costituta prevalentemente da personalità di elevato livello artistico-intellettuale che legarono la propria presenza alla modernizzazione del Regno durante “l'epoca d’oro” del Re Chulalongkorn o Rama V (1868-1910). Invitati a Bangkok per un abile disegno politico perseguito da Rama V (l’Italia era preferibile ad altri Paesi europei in quanto priva di appetiti colonialistici in Asia, sostengono alcuni storici) o più verosimilmente per la passione concepita da questo per l’arte italiana ammirata nel corso di due visite di stato nel nostro Paese (1897 e 1907), la comunità di artisti, architetti ed ingegneri italiani vide gli albori della propria storia in questo Paese nel corso dell’ultimo decennio del 1800, preceduta dall’arrivo di un ufficiale del Regio esercito italiano, il Col. Gerolamo Emilio Gerini, che riformò l’esercito creando l’Accademia militare Siamese. Dopo Gerini, ricordato anche come eminente antropologo dalla Royal Scientific Society di Londra e fondatore della Siam Society (ancor oggi tra i maggiori centri di studi storico-archeologici del sudest asiatico in stretto rapporto di collaborazione con l’ISIAO), l’apporto italiano si manifestò parallelamente in campo ingegneristico-architettonico (progetti di opere pubbliche, edifici reali, ministeri, ferrovie, ospedali) ed artistico (decorazione di facciate, interni e monumenti). Personalità notevoli della “epoca d’oro” sono: gli ingegneri Carlo Allegri, designato dal re “Capo della Direzione Lavori Pubblici”, ed Emilio Gollo, che perfezionò un avveniristico sistema di costruzioni galleggianti sull’acqua; gli architetti Mario Tamagno ed Annibale Rigotti, Ercole Manfredi; i pittori Cesare Ferro, Galileo Chini e Carlo Rigoli; gli scultori Tonarelli e Novi affiancati da un ragguardevole numero di tecnici altamente specializzati che raggiunsero le 35 unità in servizio al Ministero Siamese dei Lavori Pubblici. Data l’epoca e l’importanza degli incarichi ricoperti da questi nostri connazionali, che le fotografie dell’epoca ci presentano in alta uniforme reale, non è fuor di luogo immaginare che l’italiano fosse lingua diffusa negli ambienti ufficiali. Le conseguenze della Prima Guerra Mondiale ebbero l’effetto di ridurre la comunità italiana in termini di numero, anche se non di cifra artistica. Agli inizi degli anni ’20 risale, infatti, l’arrivo dello scultore fiorentino Corrado Feroci, l’artista italiano di maggior carisma in questo Paese. Feroci, che più tardi adottò il nome siamese di Silpa Birasri (maestro d’arte) creò l’Accademia di Belle Arti di Silpakorn e costruì i maggiori monumenti religiosi, reali e civili, che adornano Bangkok. Fra questi il Democracy Monument, posto al centro di un viale di palazzine di linee razionaliste che rievocano il Foro Italico a Roma, il Victory Monument, il grande Buddha Puthamonton e le sculture di Rama I e Rama VI. Il 15 settembre d’ogni anno la Silpakorn University, l’accademia di Belle Arti da lui creata, celebra l’anniversario del suo fondatore con una cerimonia assai vicina ad una divinizzazione dopo la morte, che avvenne nel 1962. Con Feroci si conclude l’epoca prestigiosa degli italiani in Thailandia, di cui l’epigono in campo economico-commerciale fu Giorgio Berlingeri, che diede vita al colosso industriale Ital-Thai, tuttora in attività, e restituì alla gloria d’un tempo l’Oriental Hotel.
Biografie:
Col. Gerolamo Emilio Gerini (1860-1912). Ha inizio col Gerini il momento magico della colonia artistica italiana alla corte siamese. Persona coltissima e versatile fu invitato dal Re Rama V per istruire la Guardia Reale ed organizzare la Siamese Military School (oggi Accademia Militare Chulalomklao). Assunse poi impegni di alta cultura, occupandosi di scienze naturali, antropologia e impegnandosi tra letteratura ed interpretazioni di riti ancestrali dei paesi d'oriente. Mori' a causa della febbre gialla contratta durante le sue esplorazioni nelle foreste di Siam, Malesia, Cambogia e Birmania.
Carlo Allegri (1862-1938). Giunto in Asia fresco di laurea in Ingegneria, quando il Ministero dei Lavori Pubblici lancia i primi grandi progetti, gli perviene l'offerta di entrare nell'entourage degli ingegneri europei a corte. Nel 1893 viene nominato ingegnere capo e al suo staff si aggiungeranno poi oltre 35 italiani tra scultori, decoratori, marmisti, fabbri, idraulici, ecc. tutti impegnati nella modernizzazione del paese.
Annibale Rigotti (1870-1968). Culturalmente formatosi nell'Accademia Albertina, nonostante la passione per la terra d'origine, una forte vocazione cosmopolita lo portera' ad imprese architettoniche prima in Turchia e poi nel Siam, approdando a Bangkok nel 1907. Fu architetto dei piu' importanti progetti dell'epoca come Villa Norasingh, l'Anantasamakhon Throne Hall, Villa Pitsanulok.  
Mario Tamagno (1877-1941) architetto piemontese vissuto circa 25 anni a Bangkok e partecipe di numerosissime opere.
Carlo Rigoli (1883-1962). Cresciuto nel mondo dell'arte, parti' per Bangkok insieme a Galileo Chini nel 1910 dove lo attendevano templi da affrescare, palazzi da decorare e ritratti da eseguire. Affresco' i piu' importanti palazzi, come Borom Phiman nel 1917, Ban Phi Boon Tham, il tempio Ratchatiwas, Bangkhunphrom.
Vittorio Novi (1866-1955) scultore molto apprezzato dal sovrano Rama VI.
Ercole Manfredi (1883-1973). Architetto piemontese autore di prestigiose opere del Siam e della moderna Thailandia. Partito dall'Italia nell'autunno del 1909, spese la sua vita in Thailandia dove prese il nome di "Ekarit". Capo dell'ufficio tecnico reale durante il Regno di Rama VI, fu artefice tra l'altro del Grand Palace Borom Phiman e della residenza estiva Reale di Cha-am in Hua Hin.
Cesare Ferro (1880-1934). Pittore alla corte del Siam (cosi' allora si chiamava l'odierna Thailandia). Nato a Torino il 18 aprile 1880, dopo aver finito gli studi presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e conseguito licenza e abilitazione all'insegnamento, effettua il primo viaggio in Siam nel 1904, invitato dal Re Chulalongkorn (Rama V), per dare volto moderno ed occidentale alla capitale Bangkok ed ai luoghi di soggiorno e turismo nelle sue vicinanze. Il suo ritorno a Bangkok avvenne tra il 1923 ed il 24, per soli 8 mesi, durante i quali curo' la decorazione della villa Norasingh (oggi sede ufficiale del Primo Ministro).  
Galileo Chini (1873-1956). Artista fiorentino, visse nel Regno di Siam tra il 1911 ed il 1914, maestro di stile liberty italiano, nei trenta mesi circa di permanenza nel paese riuscira' a decorare magnificamente il palazzo del trono (Anantasamakon Throne Hall) con numerosi affreschi dedicati alla dinastia Chakri.
Emilio Gollo ingegnere umile ed instancabile, per il quale ogni insuccesso diveniva un dramma privato per lui e pubblico per gli italiani del Siam.
Corrado Feroci (1892-1962). Padre dell'Arte moderna Thailandese, e' stato il fondatore dell'Universita' di Belle Arti di Silpakorn. Conosciuto in Siam col nome di Silpa Bhirasri, fu scultore di monumenti storici come il Victory Monument ed il monumento alla Democrazia. Al suo arrivo in Thailandia dovette combattere contro schematismi dell'arte che la rinchiudevano entro canoni consolidati da secoli, nonche' chiusure verso ogni novita'. Il 15 settembre di ogni anno presso l'Universita' delle Belle Arti di Bangkok si celebra un rituale di ringraziamento durante il quale gli studenti depongono ai piedi della sua statua incenso e ghirlande di fiori.
Giorgio Berlingeri (1922-1981). Ingegnere ed uomo d'affari. Anche se non era artista, ma bensi' un creatore di imperi industriali, in lui convergevano doti di coraggio, inventiva e passione. Si sposto' in Asia nel 1949 al seguito di una spedizione per il recupero di relitti dai fondali marini. Fondo' Ital-Thai, uno dei piu' grandi gruppi del sud-est asiatico. Tra le varie opere ed imprese va ricordato senz'altro l'aver riportato nei primi anni '70 l'Oriental Hotel ai fasti dell'epoca coloniale.
Altri artisti italiani. Tanti altri sono stati gli artisti italiani al seguito dei piu' blasonati citati prima, solo per citarne alcuni: Alberto Nazzari (1883-1919) direttore della Banda del Reggimento siamese. Luigi Riganti gioielliere di corte e maestro orafo le cui creazioni sono rintracciabili solo nelle collezioni private della famiglia reale.  L'epistolario degli italiani alla Corte del Siam e' specchio fedele di spiriti liberi ciascuno nel proprio campo, ma non fu solo gloria. Su tutti incombevano malaria, febbre gialla e colera, sempre in agguato tra paludi e acquitrini e per quelli che caddero vittime delle epidemie e non fecero piu' ritorno, il vecchio cimitero di Silom Road fu l'ultima dimora.

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