Sono montagne alte, remote, inaccessibili, quelle dove vive una popolazione tra le più autentiche della Thailandia: sono gli Akha, una popolazione poco conosciuta ma unica dal punto di vista culturale, che ha scelto di continuare a vivere così, lontano da tutto e da tutti, ma soprattutto lontano dalla frenetica vita quotidiana della città. I thailandesi li chiamano Ekaw. Per il popolo Akha tutto comincia con una lunga migrazione dall’est del Tibet, avvenuta più di 2.000 anni fa. Ora sono circa 55mila e vivono di agricoltura: mais, riso, frutta e verdure, ma anche caffè e tè che hanno sostituito l’oppio, coltivato fino a non molto tempo fa’, lavorano duramente nei campi, trascorrendo più tempo che con le loro famiglie. Le donne Akha spesso lavorano nel campo, mentre portano il figlio più piccolo sulle loro spalle. Vivono immersi nella foresta sulla cima di un monte, vicino alle rive dell'impetuoso fiume Huai Masang a 30 km a nord di Mae Suai, nella provincia più settentrionale della Thailandia, nella regione di Chiang Rai. Inconfondibili le loro donne, che vantano delle splendide e complicate acconciature, e originali copricapi realizzati con monete d'argento, perle, piume e pelliccia. E’ l’indaco il colore prevalente nei vestiti, tradizionalmente una giacca a maniche lunghe su gonna corta appena sopra le ginocchia, spesso realizzati con cotone e decorati con ricami, bottoni, conchiglie e semi. Di religione gli Akha sono animisti e credono nel potere dei fantasmi, della natura e degli antenati, tanti i loro riti, compreso il sacrificio di animali, tra i più noti c’è la Cerimonia dell’Altalena. Questa popolazione così isolata, così restia a confondersi con la civiltà e gli affari, può essere avvicinata dai turisti. Partendo da Chiang Rai, infatti, è possibile entrare in un villaggio Akha, per imparare a conoscere la loro cultura e le loro tradizioni. Questo villaggio è nato più di quarant'anni fa, nel 1965, in una posizione di buon auspicio scelta dagli anziani della comunità. I villaggi Akha sono generalmente di grandi dimensioni, con 30 o più nuclei familiari e molti clan. Una storia Akha dice che il più anziano della famiglia degli Akha dapprima decise di seguire i suoi “fratelli” più giovani nella nuova terra, poi ha lasciato i fratelli più piccoli, Lisu, Lafvu ecc e scelse dove voleva vivere, lasciando le terre di pianura ai suoi fratelli. il più anziano degli Akha, scelse di vivere sulla cima della montagna. I leader più importante in un villaggio Akha sono i capi spirituali (Djew maa e Djew ya), siccome la vita degli Akha ruota attorno alla loro famiglia, vi sono altri leader nel villaggio, il tradizionale leader scelto dagli anziani del villaggio, e una donna. leader spirituale (Nee Pah). La casa degli Akha è realizzata in bambù, in legno e il tetto e’di erba cogon. La casa è costruita su palafitte e la zona abitabile è divisa in due camere, una camera femminile e una maschile. Una leggenda Akha racconta di un uomo potente chiamato "Apermiyeh", la parola Aper siggnifica "Antenato" o "Dio". Le persone Akha credono che Apermiyeh abbia creato il primo essere umano. Gli anziani dicono che Apermiyeh aveva chiamato tutte le persone di fronte a lui in assemblea. Ha dato a ogni tribù un linguaggio scritto, i tratti identificativi e le cerimonie, tutto scritto separatamente per ogni tribù. Agli Akha erano stati dati scritti sul retro di una pelle di mucca. Purtroppo, gli Akha mentre stavano tornando a casa dal loro incontro con Apermiyeh, sono stati presi dalla fame e hanno mangiato la pelle di mucca, lasciando il popolo senza lingua scritta, e sono rimasti solo i loro ricordi per conservare importanti cerimonie e la saggezza. Gli Akha credevano che Apermiyeh aveva un grande potere sulla loro vita E' Lui che può ispirare una buona resa del riso nei campi, quindi gli Akha erano attenti a non dire o fare nulla che lo irritasse. Nessun Akha dirà che un bambino appena nato è brutto, Apermiyeh potrebbe pensare che questo è ingrato e pugnala alla schiena Babu. Il comandamento degli Akha in lingua Akha non aveva la parola "religione", ma la parola "Comandamento degli Akha" con piu’ampio significato in quanto comprende la tradizione, il costume e tutte le cerimonie nel loro procedimento di vita, determina il metodo di coltivazione, la caccia, l’identificare e curare le malattie. Alcuni degli abitanti del villaggio rispettano le vecchie usanze religiose Akha, mentre altri sono buddisti e altri ancora cristiani. Ma il villaggio nel suo insieme riconosce l'importanza di preservare le tradizioni culturali e si impegna moltissimo nella protezione e nel mantenimento dei luoghi che hanno un più alto significato spirituale, come la porta dello spirito e il boschetto circostante, il sacro bene e le dimore degli spiriti locali. Un tentativo tutto sommato rafforzato proprio dal turismo che è uno stimolo a promuovere e proteggere la musica tradizionale e gli spettacoli culturali. Gli Akha celebrano almeno nove festival culturali durante l'anno, i più importanti dei quali sono il Chon Khai Daeng ad aprile, il Cha Ching Lo o cerimonia Swing Akha che si tiene tra agosto e settembre, e il Festival Top-Spinning a dicembre. I visitatori sono i benvenuti durante questi momenti dell’anno, in cui potranno vivere appieno il vero spirito Akha.
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